New York. Enrico, il giovane Errì di belle speranze che a Napoli sognava di diventare tenore, è per tutti ormai il “Grande Caruso”. E’ il divo del momento, acclamato e idolatrato dalla città che non dorme mai e che lo ama senza riserve, come un figlio. Per tutti gli italiani in America, del resto, Caruso rappresenta il riscatto dell’emigrante, l’orgoglio italiano; per Gerome e Luisa, i due emigranti dal cuore d’oro che l’hanno accolto in casa propria, Enrico è soltanto una persona generosa e desiderosa di affetto. Salutandoli dal piroscafo in partenza che sta per riportarlo in Italia, Enrico si commuove. Sa che è arrivato il momento di tornare a casa: Rina, infatti, gli ha scritto una lettera dove gli annuncia la nascita di Enrico jr., il suo secondogenito. Sulla nave, Caruso incontra la giovane Dorothy, bella e “luminosa come il sole di Napoli” con la quale entra in immediata sintonia. I due parlano a lungo della famiglia, della fama, dell’amore. Dorothy sembra molto saggia per la sua giovane età e ad Enrico questo non sfugge. Il suo cuore, però, è in trepidante attesa di conoscere il figlio appena nato e di rivedere l’amata famiglia: la fedele Rina, il fratello Giovanni, il figlioletto Foffo. E la “sua” Ada, che non ha dimenticato nonostante le “avventure” senza importanza con questo o quel soprano e con la quale vuole riconciliarsi al più presto. Ma il sogno di riunire la famiglia si infrange ben presto con la realtà dei fatti. Il padre, rimasto a Napoli, passa il tempo nelle osterie e spende per l’alcol tutti i soldi che riceve dal figlio; Ada è distante, lontana dalla donna passionale e innamorata capace di rinunciare a tutto per lui; Rina e Giovanni custodiscono un segreto che non deve essere rivelato; Cesare è laconico e pensieroso. Anche Enrico, d’altro canto, nasconde una grande preoccupazione: un dolore lancinante alla gola che lo costringe ad andare spesso dal medico. Un dolore per il quale dovrebbe smettere di cantare. E quando scopre la relazione tra Ada e Cesare, Enrico, stanco e deluso, decide di ignorare le richieste dei medici e di gettarsi con rinnovato vigore nella carriera.