Il film racconta attraverso una serie di interviste come i bambini vedono se stessi e le cose del mondo. Interrogandoli su dei temi quali: la famiglia, la scuola, la gioia, la religione, la paura, i soldi, il sesso, la guerra, diventare adulti…
Sono bambini sparsi per l’Italia - Roma, Napoli, Oppido Lucano, Catania, Palermo, Pescara, Ravenna, Parma e Torino - tra i dieci e i tredici anni. Vale a dire di quell’età che non si sa bene come definire se della post-infanzia o della pre-adolescenza, e comunque, definizioni a parte, di quell’età in cui i bambini (di oggi) appaiono alquanto misteriosi. Anzi: sono “forse il vero mistero”, come ha avuto modo di dire Altan.
Cercare di gettare una qualche luce su questo mistero - perché oggi si parla tantissimo di bambini, ma non si parla con i bambini - è proprio quello che il film si propone. Diderot ha detto “ la parola non è la cosa, ma un lampo alla luce del quale la si scorge”. Il film vuole essere un lampo che fa scorgere un pezzo di realtà che si sa che esiste ma che non si vede, o che si vede troppo poco.
Il Futuro (Comizi infantili) è un film documentario diretto da Stefano Consiglio e prodotto da Angelo Barbagallo per la BIBI Film tv in collaborazione con RAI TRE e con il contributo del dipartimento dello Spettacolo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con il Patrocinio dell’UNICEF.