A cinquant'anni dalla legge Merlin un documentario radiofonico sulle case chiuse e l'Italia degli anni '50
Il 29 gennaio 1958 viene approvata la Legge Merlin che determina la chiusura delle case di tolleranza e la fine della prostituzione regolamentata dallo Stato. È un altro passaggio significativo nell'Italia del boom economico della fine degli anni Cinquanta e delle trasformazioni che investono in quel periodo ogni aspetto della vita quotidiana delle donne e degli uomini italiani.
Il dibattito parlamentare che porta all'approvazione della legge ha un iter lungo e controverso che dura dieci anni e nel quale si confrontano posizioni diverse: tanto la prostituzione quanto la definizione del ruolo della prostituta diventano pretesto per discutere delle relazioni di genere, della sessualità e moralità degli italiani.
Porre fine a un sistema di sfruttamento di Stato a servizio di un desiderio sessuale maschile considerato da sempre come incontrollabile e inevitabile perché insito nella stessa natura dell'uomo, rappresentava per la Merlin, e per quanti si batterono allora per la chiusura dei bordelli, il rovesciamento di una società e l'affermazione di un ideale di democrazia in cui tutti i cittadini, uomini e donne, di tutte le classi sociali, godevano di pari diritti.
Le case di tolleranza sono state un'istituzione riconosciuta e un`abitudine, come testimoniano un'ampia letteratura, la cinematografia e i ricordi dei clienti di allora, ma erano anche il luogo in cui si sanciva lo sfruttamento da parte dello Stato di donne al servizio di un irrefrenabile desiderio maschile.
Negli anni in cui si ritorna a parlare di prostituzione in termini di sicurezza, senza mettere in discussione la figura del cliente e il problema della domanda, le voci di quanti cercavano nel piacere a pagamento una scappatoia dalla rigidità dei costumi di un tempo, propongono una riflessione sull'ampia portata di una legge che ebbe il coraggio di ridefinire i rapporti tra uomo e donna.
Così fan tutti è una narrazione radiofonica che intende ricostruire, attraverso le testimonianze dirette degli uomini che le hanno frequentate e che hanno vissuto in prima persona le trasformazioni culturali di quell'epoca, il contesto sociale in cui esistevano le case di tolleranza.
Le loro voci si alternano con le lettere che le prostitute scrissero alla senatrice Merlin prima dell'approvazione della legge (Barberis C., Merlin L. (a cura di), Lettere dalle case chiuse, Edizioni Avanti!, Milano-Roma, 1955) e le lettere delle donne che scrivevano negli anni '50 alle rubriche di fotoromanzi (Parca G., Le italiane si confessano, Feltrinelli, Milano, 1964).
Si ringraziano tutti gli uomini che hanno raccontato dei loro ricordi giovanili sulle case chiuse e inoltre Marcello Anselmo, Sandro Bellassai, Paola Bonelli, Roberto Carro, Valentina Curatoli, Francesca Esposito, Ludovica Ferrario, Pietro Gargano, Edo, Arturo e Daniela, Anna Maria Zanetti, Maria Rosa Cutrufelli.
I frammenti dei film sono tratti da: Roma (1972) di Federico Fellini; Adua e le compagne (1960) di Antonio Pietrangeli; Questa e` la mia vita (1962) di Jean-Luc Godard.
La voce di Lina Merlin e` tratta dall`intervista di Enzo Biagi realizzata nel 1968 per il programma `Dicono di lei.
L'immagine è opera di CYOP & KAF.